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L'INADEGUATA

DI LELLA COSTA

 

Era un’altra vita, e mi chiamavano Alice. Alice come la bimbetta in viaggio in un paese di meraviglie. Alice che ancora riesce a stupirsi. Anche questa di donna si chiama Alice, ma negli occhi non ha piu’ meraviglia, solo l’insoddisfazione nei confronti di un mondo che la vorrebbe sempre diversa, chissa’ poi perche’. All’alba di questo nuovo anno che inizia, io davvero non lo so se ho ancora l’entusiasmo di quella bimbetta, ma di nuovo alle richieste di un prossimo (seppur caro) perennemente inappagato ho deciso di non sottostare. Di essere me stessa, ma non nessuna. Nessuna mai, per quanto ingarbugliata e contraddittoria. Persino noiosa, alla fine dei giochi. Ho capito di non potere ne voler essere nulla di diverso da quello che sono sempre stata, la risata facile, gli animali immaginari (e che Pilar sia la benvenuta in famiglia), gli orecchini tintinnanti. Perche’ per quelle poche, preziose meraviglie che ancora ci segnano il cammino vale davvero la pena di stupirsi. E di ridere. Magari strappera’ un sorriso anche questo pezzo.

E che fatica essere donne…

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